Infografica con l'analisi del costo del credito per Regione
di: Samuele Tramontano
Il terzo trimestre 2018 ha confermato un trend in discesa per quanto riguarda i tassi sui finanziamenti a breve.
Un dato che, da un lato fa piacere a chi utilizza sistematicamente i finanziamenti su autoliquidanti per soddisfare i bisogni di cassa per spese correnti e investimenti, ma che non lascia tranquillo chi si occupa di finanza aziendale; la ragione alla base di questa prudenza è l’andamento dei fondamentali dell’economia del nostro Paese che, insieme alla situazione dell’economia globale, non danno particolari sicurezze per il futuro; la gran parte delle previsioni degli esperti, tra le tante citiamo quella dagli analisti di The Telegraph, parlano di un rallentamento del sistema paese e dell’arrivo imminente di una fase di credit crunch in Europa ed, in particolare, in Italia.
L’azienda è quella che riesce ad approfittare di questi ultimi momenti di relativa quiete per rafforzare la propria posizione finanziaria e mettere in sicurezza i fabbisogni, ottimizzando il circolante, accendendo linee di medio lungo termine ed immettendo nuovo capitale in azienda.
In questo contesto strumenti di finanza alternativa come i minibond, l’accesso al capitale sul mercato o da fondi specializzati e la finanza digitale possono affiancare validamente gli strumenti forniti dal sistema bancario tradizionale.
Dicevano che il Q3 del 2018 è stato un trimestre sostanzialmente positivo ma “ballerino” riguardo l’andamento dei tassi di interesse.
Confrontando i dati del terzo trimestre 2018, provenienti dall’ultimo Bollettino Statistico di Banca d’Italia ed elaborati da Credimi, con quelli relativi al trimestre precedente emerge chiaramente come la situazione a livello nazionale sia migliorata, visto che il tasso effettivo è sceso da 3,77% a 3,68%.
Ma analizzando più nel dettaglio per Area e per Regione l’andamento tra i due trimestri considerati emergono chiaramente differenze importanti a purtroppo ormai strutturali, che purtroppo smorzano la positività del dato nazionale. Se è lampante la diminuzione dei tassi in Italia Nord Orientale (-0,12%) e Occidentale (-0,11%) con tutte le Regioni (ad eccezione dei finanziamenti fino a 50K in Liguria) che beneficiano di una diminuzione degli interessi, la visione cambia in senso diametralmente opposto, osservando la situazione nel Centro e nel Sud, dove le differenze sono più marcate sia tra Regioni e sia tra le differenti soglie di finanziamento.
Il costo del credito complessivo al Centro, per esempio, è aumentato dello 0,01% ma solo nel Lazio il segno più è del 0,14%, ed in particolare dello 0,43% per i finanziamenti fino a 50K. Questi dati provano, se ce ne fosse ulteriore bisogno, che le aziende più piccole sono più deboli nei confronti del sistema finanziario tradizionale e più esposte alle turbolenze dei mercati.
Anche se il costo del credito nell’Italia Meridionale ed Insulare è in diminuzione (-0,13% e -0,03%), il dato è fortemente influenzato dal traino di alcune Regioni come la Campania, l’Abruzzo e il Molise; la situazione è purtroppo sempre più critica invece per le PMI in Calabria, Puglia e Basilicata, dove i tassi per finanziamenti fino a 50K sono sempre ampiamente sopra il 10% e sono aumentati rispettivamente dello 0,11% e dello 0,10%.
Insomma, andando in profondità appare molto chiaro il quadro di un’Italia sempre divisa in due e dove un rallentamento dell’economia, ed un plausibile conseguente rallentamento del mercato del credito per le PMI, potrebbero avere conseguenze molto diverse e molto più gravi e impattanti per le aziende che per dimensione o geografia si trovano in una situazione di debolezza relativa e non operano per rafforzare la loro struttura finanziaria.
Credimi rappresenta un esempio di come la finanza digitale può aiutare le imprese più moderne e dinamiche: sviluppa soluzioni di factoring digitale, flessibili e adattabili alle esigenze di ogni responsabile finanziario, sempre disponibili, semplici da attivare in pochi giorni online, completamente senza costi fissi.