Per capire il significato di merito creditizio bisogna per prima cosa capire il ruolo degli intermediari finanziari nell’economia.
Abbiamo mai capito bene che “lavoro” fanno?
Cominciamo con l’escludere un concetto superficiale e ancora ricorrente: “Le banche sono fornitori di denaro e contano solo le garanzie”.
Se ci pensiamo la parola “credito” deriva dal verbo “credere”; quindi, possiamo dire che gli intermediari finanziari sono gli operatori del credere… ma credere a cosa?
Certamente non alle garanzie, ma ai progetti delle imprese e alla sostenibilità di questi progetti.
La garanzia, infatti, potrebbe sembrare un porto sicuro, ma se si finanziassero progetti poco solidi, escutere le garanzie diventerebbe un costo importante.
Anche se l’intermediario, infatti, riuscisse a recuperare il capitale investito, non avrebbe nessuna remunerazione per il denaro stesso e per il tempo impiegato; certamente non un buon affare.
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Cosa vuol dire merito creditizio?
Se ci pensiamo quando l'intermediario finanziario esamina l'impresa e il suo progetto si pone questa domanda: “Questo progetto merita che io ci creda?”. Come fanno quindi gli operatori del credito a decidere se credere o no?
Due fattori sono estremamente importanti: il passato e il futuro.
- I dati passati consentono di rendersi conto di quale sia il punto di partenza dal quale l’azienda si muove; tuttavia, limitarsi a quelli significherebbe “guidare guardando solo lo specchietto retrovisore”.
- Le proiezioni future sono estremamente utili per proiettare la sostenibilità del debito ed è proprio qui che entra in gioco il “credere”.
Di fatto gli intermediari finanziari sono un po' come le “macchine del tempo dell'economia”, in quanto anticipano oggi quello che credono che l'azienda riuscirà a produrre domani, e lo fanno proprio calcolando il merito di credito.
Come misurare e calcolare il merito creditizio
Naturalmente gli intermediari finanziari pongono grande attenzione ai dati di bilancio storici che sono letti in ben quattro dimensioni:
- La dimensione patrimoniale: gli intermediari sanno benissimo che gli attivi dell'impresa sono i valori più delicati e che rischiano di perdere valore. Per questo si interrogano sulla solidità di crediti, partecipazioni, rimanenze di magazzino e poste immateriali. Viene testato anche il passivo, gli eccessivi debiti finanziari e fiscali verso fornitori - indice di difficoltà nell’onorare i debiti medesimi.
- La dimensione economica: il “cuore dell'azienda che pulsa” risiede in un buon EBITDA e in un buon reddito operativo. Gli intermediari finanziari studiano il grado di redditività legato ai volumi e ai margini per capire quanto valore è in grado di creare l’impresa.
- La dimensione finanziaria: questa è la dimensione più importante sia a livello storico che prospettico. Il reddito deve tradursi in liquidità così come i crediti (che devono essere regolarmente incassati) e le scorte mantenute a buon grado di rotazione. La liquidità futura è la grandezza studiata per valutare la sostenibilità del debito; un indicatore su tutti sta infatti letteralmente spopolando nel mondo del credito, si tratta del DSCR (Debt Service Coverage Ratio).
Come si calcola? Un DSCR maggiore di uno calcolato sia a livello storico che prospettico (includendo quindi al denominatore anche il servizio del debito nuovo che si va a contrarre) è un indicatore fondamentale per valutare la sostenibilità del vecchio e del nuovo indebitamento con i flussi di cassa che l’impresa è in grado di produrre e che sarà in grado di produrre col nuovo investimento/progetto.
- La dimensione temporale: anche il tempo è una variabile di stupefacente magnitudo all'interno dei bilanci. Il merito di credito si basa sull'analisi della periodicità delle immobilizzazioni, dei giorni di rotazione e quindi di incasso dei crediti verso clienti, dei giorni di rotazione delle scorte di magazzino, dei giorni di dilazione concessi dai fornitori nonché sulla durata del debito finanziario.
Come migliorare il merito di credito dell’azienda
In questo piccolo contributo abbiamo capito cos’è il merito di credito, inteso come un insieme di aspetti quantitativi, ma anche qualitativi che l'intermediario finanziario considera nel suo ruolo di 'macchina del tempo', anticipando oggi le risorse che l’impresa produrrà domani.
Ne deriva che non esiste un solo fattore ad essere responsabile della valutazione del credito, ma tanti fattori diversi.
Per aumentare le proprie possibilità di ottenere un finanziamento per la propria impresa, e aiutare l’intermediario a ‘credere’ nei tuoi progetti, occorre un buon bilancio, un buon business plan, ma anche la programmazione della sostenibilità del debito e una buona business idea!
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A proposito di InFinance
inFinance è una società di formazione e consulenza specializzata in Corporate Finance, Controlling e Banking. Tutte le attività si caratterizzano per un approccio concreto, diretto e pragmatico. inFinance collabora con le principali banche e aziende italiane ed è, inoltre, attiva nello sviluppo e nella diffusione della cultura finanziaria attraverso video, working paper, articoli, libri e convegni.
A proposito di Ivan Fogliata, Executive Partner di InFinance
Analista finanziario, formatore e consulente, Ivan Fogliata è co-founder di inFinance, dove si occupa della direzione scientifica del Master in Corporate Finance. Dottore Commercialista e revisore contabile in Brescia, è partner dello Studio Associato AS&F Partners; dal 2005 è anche CEO di FSA S.r.l., società specializzata nella consulenza in finanza d'impresa, nonché socio ordinario di AIAF: associazione italiana analisti finanziari.