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Storia delle Spac: ecco come funziona

Intervista a Roberto Italia sulle Spac

Completiamo il nostro approfondimento sulle Spac, diretto a CFO e Tesorieri, con una conversazione con Roberto Italia di Space Holding. 

“Abbiamo raccolto oltre 900 milioni di euro con le nostre quattro Spac e abbiamo già portato in Borsa tre aziende. Diciamo che di esperienza ne abbiamo fatta”, ha detto Roberto Italia, socio di Space Holding, il veicolo di investimento con il quale ha promosso insieme a un gruppo di altri noti professionisti la nascita delle quattro Spac della serie Space.

Italia 300Il manager, parlando in occasione di un workshop sulle Spac, organizzato a Milano a inizio marzo da Iside e BeBeez, ha aggiunto: “Gli investitori ci hanno dato sempre più fiducia: la prima Spac Space raccolse nel 2013 130 milioni da circa 40 investitori e ha portato poi in quotazione il noto gruppo produttore di matite Fila; la seconda Spac, Space2,  raccolse nel 2015 300 milioni da circa 85 soggetti, compresi quelli della prima Spac che ci hanno seguito. Abbiamo poi diviso a metà Space2, perché l’investimento nella società che avevamo individuato come target, cioè il gruppo aerospaziale Avio, non richiedeva  l’investimento dell’intero capitale raccolto, così creando Space3. Una volta portata a termine la business combination anche per il terzo veicolo, in quel caso con Aquafil, società specializzata nella produzione di fibre per pavimentazione tessile, abbiamo quindi lanciato Space4, che nel dicembre 2017 ha raccolto 500 milioni da circa 160 investitori, compresi quelli dei primi due veicoli”.

 

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A differenza di tutte le altre Spac italiane, che sono state quotate su Aim italia, mercato non regolamentato, quelle promosse da Space Holding sono state quotate sul segmento MIV di Borsa Italiana, un segmento regolato. Italia ha spiegato che “questa scelta è dovuta al fatto che, una volta trovata la società target giusta, il passaggio al segmento STAR del mercato è molto più veloce, perché il Miv è già un mercato regolamentato da Consob e il lavoro amministrativo-regolamentare è già stato fatto al momento della quotazione della Spac. Ma certo la società target deve essere già pronta e strutturata sul fronte della governance e dei processi organizzativi per fare il salto su un mercato vero in breve tempo”.

Su questo tema Giulio Ranzo, amministratore delegato di Avio, che è appunto andato in Borsa nell’aprile 2017, grazie alla business combination con Space 2, intervenendo al medesimo workshop, ha detto che l’operazione di passaggio in tempi così stretti non è stata facilissima, perché la società si è dovuta organizzare internamente a tempo record. Quanto alla scelta della Spac in alternativa a un’ipo tradizionale, Ranzo ha detto che in quel periodo di mercato l’ipo non si era proprio rivelata possibile e la soluzione della Spac è stata invece vincente ed efficiente.

Sulle differenze tra una quotazione tramite Spac e una quotazione tradizionale, Italia ha sottolineato una serie di vantaggi importanti delle Spac. Per esempio, che “la valutazione esatta della società target dell’acquisizione viene fatta prima dell’operazione che porterà alla quotazione e che certo, il successo dell’operazione dipende dall’opinione dei soci della Spac, ma è intrinsecamente indipendente dalla volatilità dei mercati finanziari e dalle cosiddette finestre favorevoli di mercato per le ipo”. Non è un caso che la business combination tra Space2 e Avio sia stata annunciata a fine ottobre 2016, proprio in un momento particolarmente difficile per i mercati, senza che l’operazione ne fosse influenzata in maniera negativa.

Durante la conversazione abbiamo anche affrontato un tema spinoso, che è quello della diluizione importante degli imprenditori che decidono di aprire il capitale delle loro società alle Spac e fonderle con le Spac stesse per andare automaticamente in Borsa.

Ai possessori delle azioni ordinarie della Spac, infatti, vengono assegnati dei warrant e altri ne vengono assegnati al momento della business combination, cosicché in automatico quei warrant danno diritto all’acquisto di azioni ordinarie della nuova entità quotata, con un primo effetto diluitivo nel momento in cui i warrant vengono esercitati. Non solo. I promotori della Spac sono titolari di azioni speciali della Spac, convertibili in parte in azioni ordinarie della società target al momento della business combination a un concambio molto favorevole.

Inoltre, via via che il prezzo di Borsa della nuova realtà quotata raggiunge livelli più elevati e predeterminati per un periodo di tempo stabilito, allora i promotori possono convertire ulteriori tranche di azioni speciali, sempre a un concambio favorevole, il tutto con un effetto diluitivo ulteriore.

Detto questo, però, “l’imprenditore si troverà con una quota leggermente inferiore del capitale di un’azienda la cui capitalizzazione di mercato nel frattempo sarà però aumentata e quindi di un’azienda che varrà di più, senza il rischio di aver pagato inutilmente upfront alti costi di quotazione.  Il che, significa, che il costo della diluizione, che non è un costo monetario, si manifesta soltanto se il valore dell’azienda aumenta. Quindi, a fronte di tale diluizione, l’imprenditore si ritroverà comunque una partecipazione nella propria azienda che varrà di più”, ha concluso Italia.

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